Un ritratto di comunità


Human library

Le Human Library, o “Biblioteche Viventi”, sono nate in Danimarca nel 2000, come risposta pacifica e costruttiva ad un episodio di violenza da parte dell’associazione Stop the violence.

Dal 2000, il progetto delle Biblioteche Viventi si è diffuso dapprima in Europa e poi in tutto il mondo, come strumento per favorire per il dialogo interculturale e la promozione dei diritti umani.

La Human Library, sostituendo ai libri le persone, enfatizza la funzione di contatto e di interscambio che ogni luogo deputato alla cultura dovrebbe proporsi di avere. Apre ed educa alla realtà interculturale, promuovendo la conoscenza ed il rispetto delle diversità come un valore aggiunto per la ricchezza della comunità locale.

La Biblioteca Vivente può essere uno strumento efficace per combattere gli stereotipi e promuovere coesione sociale, non soltanto perché si prende cura delle relazioni conflittuali ma anche perché permette di ristabilire legami di prossimità.

Offre infatti l’occasione ad una comunità di riconoscersi e condividere il proprio patrimonio immateriale, le proprie storie, la propria ricchezza umana.

Metodologia della BVA 

Il processo si basa su un approccio generativo, aperto e collettivo che mette al centro le comunità locali a partire da una visione condivisa e sistemica:

1) Costruzione partenariato e co-progettazione del percorso favorendo la messa in rete di persone e istituzioni locali, superando la dimensione locale

2) Identificazione condivisa dei luoghi e delle persone, dei bisogni civici delle comunità 

3) Conoscenza e Ascolto: mappe di comunità, incontri, interviste.

4) Definizione di temi e storie.

5) Diffusione della BVA attraverso le reti locali, le istituzioni, gli strumenti digitali, una mostra nello spazio pubblico.

6) Accompagnamento all’avvio del progetto 

7) Coinvolgimento attivo delle scuole del territorio tramite laboratori narrativi e audiovisivi orientati alla produzione di video contenuti, con particolare attenzione all’uso di smartphone e strumenti digitali familiari agli studenti. I ragazzi partecipano attivamente come promotori e produttori di contenuti della BVA, che naturalmente favorisce il dialogo transgenerazionale.

8) Implementazione e replicabilità sull’arco alpino (messa in rete dei differenti territori).

La BVA si trova:

nei luoghi (biblioteche, centri civici, scuole, archivi ecc …) nei quali le persone possono incontrare la biblioteca vivente, previa convocazione di un evento dedicato o prenotazione per un incontro a tu per tu con un determinato “libro vivente”;

nello spazio pubblico, sotto forma di mostra di grandi ritratti fotografici d’autore affissi che contengono un QR code e link che permette a chi guarda le immagini di avere un’anticipazione video rispetto ai contenuti.

online, in un portale dedicato, dove video-ritratti verticali d’autore, anticipano i contenuti della BVA;

all’interno di archivi già esistenti in dialogo con istituzioni culturali regionali e nazionali.

BVA in azione

BVA costruita in base ai temi, alle storie e alle persone rintracciate con il percorso di co-progettazione.

Archivio Vivo digitale (una serie di ritratti video online, fruibile e implementabile).

Spazio pubblico animato (mostra fotografica e proiezioni video, grazie ai quali le storie vivono insieme ai luoghi).

Impresa di comunità sul turismo esperienziale.

Coinvolgimento delle scuole locali nella fase di implementazione della BVA.

bn1
bn2
bn3
bn4
previous arrow
next arrow

Libri viventi

MOIRA FRANCO
Titolo: La montagna negli occhi

Pregiudizio/stereotipo: donna sola in montagna

Una “relazione silenziosa” tra la montagna e una donna sola che vuole vivere in autonomia. Un percorso iniziato da Moira bambina che dorme all’aperto in tenda tra i monti, passa dalla difficoltà di essere accettata, come donna sola, in un ambiente di alta montagna fino all’imparare a fare la pastora di un gregge di 1000 pecore continuando a essere un’artista che produce ed espone. 

Dopo un periodo alternato con residenze a NY, Barcellona e Oslo, ora Moira è una nuova abitante della Valle Po con una consapevolezza matura che si riversa nella sua pittura e nel suo disegno che esprimono un forte contatto con la natura e nella sua capacità positiva di accettare e vivere in pieno il senso di estraniamento generando nuove pratiche di futuro.

SALVATORE D’AURIA
Titolo: Non è il mondo di Heidi

Pregiudizio/Stereotipo: migrante in cerca del giusto lavoro

Un architetto, un muratore, un artista, un padre, un ricercatore, un migrante, un “nomade del mondo” alla ricerca della scala umana delle cose e del vivere.

Sono pagine che ci parlano del ruolo sociale del fare, del contesto umano in terre montane dal Messico all’Italia, alle Alpi, sempre con la volontà di ricercare il recupero delle memorie artigianali dei luoghi e delle comunità. “Superare le paure per poter andare avanti”, lasciare la possibilità di un lavoro stabile per andare alla ricerca della “bellezza della semplicità” pensando a una vita non marcata da sequenze preconfezionate e ed essendo anche disposti a soffrire. 

Indagare il ruolo del design nei territori alpini “rubando conoscenze” e raccontando le storie che stanno dietro agli oggetti.

GIACOMO LOMBARDO
Titolo: A nostro modo

Pregiudizio/Stereotipo: gli uomini di montagna sono refrattari al cambiamento

“A nostro modo” si dice della parlata occitana di Ostana.
Il trauma di un bambino che dalla montagna si trasferisce in città, uno studente che lavora alla FIAT durante i turni di notte, un dirigente di aziende industriali con il sogno di far rinascere un paese. Un archivio vivente di centinaia di canti popolari, un sindaco pescatore.

Il ricordo di una madre che vendemmia in una cascina e che, visto un ragazzino mangiare da solo in un angolo, ne chiede le ragioni al padrone. Perché “quello lì è solo un garzone” e la madre a sua volta risponde “se lui non mangia con noi, ce ne torniamo a Ostana”

L’unicità della storia di un paese che da 1200 abitanti, passa a 5 e poi rinasce, una trasformazione lenta, dall’interno, dalle pietre e poi verso il mondo. Quello che è successo a Ostana è replicabile?

MARTHA QUIROZ
Titolo: Veintitrés kilos. (Somos infinitos)

Pregiudizio/Stereotipo: los migrantes tienen que conformarse

Lingua: il libro è disponibile in spagnolo e italiano

De compañera de un migrante, a “ponerse ella misma los  zapatos de migrante”. Martha, que nació y creció en Oaxaca, México, es una diseñadora gráfica que vive en Paesana con su marido Salvatore y su hijo Antonio desde que este nació, hace 3 años. Estudió en su país natal, donde conoció a su esposo, y allí aprendió de la fusión entre las tradiciones indígenas y españolas. Siempre ha estado muy interesada por el tema de la migración y es una defensora de la multiculturalidad, que ha definido su vida, porque “somos infinitos, y ante nosotros hay siempre un mundo de posibilidades, aunque tenemos que saber adaptarnos y ser resilientes para poder aprovecharlas al máximo”.

JOSE BERDUGO
Titolo: No hay vuelta atrás

Pregiudizio/Stereotipo: los padres no se ocupan de los niños 

LIngua: il libro è disponibile in spagnolo e italiano

Desde Madrid, y tras estudiar fisioterapia, José se traslada a Turín, donde conocerá a Silvia, su mujer; y de allí a Ostana, donde viven desde hace 10 años junto a sus tres hijos: Clara, Alice y Pablo. Tras medir su huella ecológica, decide cambiar sus hábitos para llevar un estilo de vida mucho más sostenible. Para explicar su visión, José hace una comparación de la situación del planeta y del medio ambiente con su trabajo como fisioterapeuta, como si la Tierra fuera un paciente que tenemos que atender.

Con su decisiones y su conducta, José está demostrando que un modo de vida sostenible es posible, luchando junto a Silvia, actual alcaldesa de Ostana, para implantar nuevos proyectos y legislaciones a nivel local, nacional y global, que nos permitan dejar un mundo digno a las futuras generaciones.

SILVIA ROVERE
Titolo: In punta di piedi

Pregiudizio/Stereotipo: una donna può avere solo un ruolo

“Solo un pazzo può andare a vivere in un paese di montagna in cui non c’è nulla!” Dice un’amica a Silvia. Invece di trasferirsi a La Reunion, Silvia e Jose decidono invece di prendere in gestione un rifugio a Ostana e, in punta di piedi, imparano la vita al di sopra dei 1000 metri. Addomesticarsi a vicenda, ascoltarsi, avvicinarsi vicendevolmente, superare le durezze, questo il metodo.

In città Silvia si sentiva in balia degli eventi, senza alcun ruolo decisionale, senza possibilità di incidere sulla realtà. A Ostana il progetto collettivo è il paese. Dove se mancano le cose si costruiscono e le persone sono parte attiva nella soluzione dei problemi. 

Mettere insieme esperienze e storie di vita completamente diverse ha creato una comunità meticcia, più forte e aperta. Imprenditrice, madre di tre figli, sindaca (in ordine alfabetico), con il dono di mettere insieme i pezzi.  

CLARA E ALICE BERDUGO ROVERE
(libro in due volumi)
Titolo: Due sorelle in mezzo alle Alpi

Pregiudizio/Stereotipo: i bambini in montagna non hanno nulla da fare.

Libro under 14 (destinato a lettori under 14)

Ad Alice piace arrampicare e cantare, è una scout. La sua stagione preferita è la primavera perché compie gli anni, gli alberi sono in fiore. A Clara piace leggere, giocare con la neve d’inverno e d’estate con i coetanei che scappano dal caldo delle città. Alice non cambierebbe niente di Ostana, solo vorrebbe ci fossero più bambini tutto l’anno. A Clara mancano il cinema e il teatro, ma è felice della nuova biblioteca e della panetteria.
In montagna è diverso, in montagna c’è più libertà. Ma non tutti possono viverci, perchè bisogna impegnarsi. C’è l’orto e bisogna spalare la neve. Non ci sono tutti i servizi che ci sono in città, dove tutto è semplice. Non bisogna avere paura dei cervi, delle volpi e dei lupi che si avvicinano alle case e per bere nei ruscelli.

Biblioteca Aperta di Ostana

Fondazione Nuto Revelli

VISO A VISO Cooperativa di comunità

Fondazione Nuto Revelli